TEORIA CRITICA
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Teoria Critica

Il pensiero viene sottoposto alla sottile censura del terminus ad quem: nella misura in cui assume una forma critica, esso deve saper indicare che cosa vuole di positivo. Se trova che questa positività è inaccessibile, viene accusato di rassegnazione, di stanchezza, come se l'inaccessibilità fosse una sua colpa, e non la segnatura della cosa.
Theodor Wiesengrund Adorno

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La Società Italiana di Teoria Critica (SITC) costituisce il principale ambito di raccolta e discussione per tutti coloro che in Italia si interessano di teoria critica, ispirandosi alla Scuola di Francoforte. Col passare del tempo essa è diventata altresì un luogo di dialogo fra studiosi italiani e stranieri, provenienti da aree diverse o da tradizioni contigue, in uno spirito di confronto interdisciplinare, soprattutto su questioni pubbliche di portata collettiva.
La Società è nata Il 5 dicembre 2014, quando un gruppo di partecipanti al Seminario di Teoria Critica – che da qualche anno si riunisce a Cortona – ha deciso di costituirla. Si tratta della prima volta che in Italia viene fondata un’associazione che nel suo statuto si richiama direttamente alla tradizione della Teoria Critica della Società, nell’intento di promuovere lo studio di fenomeni sociali, politici e culturali, moderni e contemporanei, in senso interdisciplinare. Con questa iniziativa, intendiamo dare un solido fondamento e maggiori possibilità di sviluppo al nostro Seminario, che nel 2014 ha potuto celebrare il suo venticinquesimo compleanno. 
Alla neonata associazione, fanno capo non solo il Seminario di Teoria Critica (STC), ma anche la rivista Politica & Società, diretta da Virginio Marzocchi. La SITC si fa inoltre promotrice di altre attività culturali, dando sostegno alle collane che alcuni suoi partecipanti dirigono presso Mimesis (come “Teoria critica” e “Teoria della società”) e presso Alboversorio (come “Filosofia politica” e “Filosofia sociale”). 


Relazioni critiche.
Individui, società, natura
31° Incontro Annuale di Studi
16-17 Ottobre 2020
Polo Didattico delle Piagge
Via Giacomo Matteotti 11, Pisa


***
Venerdì - 16 Ottobre 2020
9.00-9.30 Ingrid Salvatore, Comunicazioni sulle Linee 
programmatiche e Presentazione del Seminario 2020

Sessione I
Hartmut Rosa in discussione
Chair: Paolo Costa
9.30-10.30 Hartmut Rosa, Is There a Good Life for a Critical Theorist? Debating Rosa's Theory of Resonance
10.30-11.00 Discussants: Alessandro Ferrara; Giorgio Fazio
11.00-11.30 Coffee break
11.30-13.00 Discussione generale e replica del relatore
13.00-13.30 Iscrizioni del Seminario 2020
Sessione II
Eros, affetti, (post)critica
Chair: Italo Testa
15.30-16.15 Federica Gregoratto, Love troubles. Eros e critica sociale
16.15-17.00 Mariano Croce, Le virtù di un tradimento. Dalla critica all’etnografia della contingenza
17.00-17.30 Coffee break
17.30-19.00 Discussione generale e replica dei relatori
21.00-24.00 Cena sociale
Quore Ristorante de L’Alba, Via del Cuore 1, Pisa
***
Sabato - 17 Ottobre 2020
Tavola rotonda
La sfida dell'antropocene
9.30-11.00
Chair: Matteo Bianchin
Discussants: Gianfranco Pellegrino; Elena Pulcini; Luigi Pellizzoni; Emanuele Leonardi; Massimo Bernardi
11.00-11.30 Coffee break
11.30-12.30 Discussione generale
12.30-13.00 Conclusioni e chiusura del Seminario

​Direttivo
Matteo Bianchin, Luca Corchia, Paolo Costa, Ingrid Salvatore, Italo Testa.

Segreteria
Luca Corchia
E-mail: luca.corchia@sp.unipi.it
Tel.: 328 8375184

Partecipanti
Miriam Aiello, Elena Alessiato, Giovanni Andreozzi, Ermanno Antonioli, Giulio Azzolini, Jacopo Nicola Bergamo, Massimo Bernardi, Matteo Bianchin, Matteo Bortolini, Lorenzo Bruni, Marina Calloni, Enrico Campo, Stella Casola, Riccardo Emilio Chesta, Luca Corchia, Lucio Cortella, Paolo Costa, Mariano Croce, Massimo De Carolis, Leonardo Distasio, Valerio Fabbrizi, Giorgio Fazio, Alessandro Ferrara, Fabio Fiore, Leonardo Fiorespino, Federica Gregoratto, Gabriele Giacomini, Barbara Henry, Volker Kaul, Emanuele Leonardi, Laura Leonardi, Adriano Lolito, Anna Loretoni, Emanuele Lula, Virginio Marzocchi, Luca Micaloni, Andrea Millefiorini, Andrè Murgia, Celestino Victor Mussomar, Stefan Müller-Doohm, Gianfranco Pellegrino, Luigi Pellizzoni, Laura Pennacchi, Stefano Petrucciani, Mauro Piras, Alberto Pirni, Eleonora Piromalli, Alessandra Polidori, Walter Privitera, Elena Pulcini, Alessandra Polidori, Vincenzo Romania, Hartmut Rosa, Teresa Roversi, Andrea Salvatore, Ingrid Salvatore, Ivano Scotti, Marco Solinas, Angela Taraborelli, Italo Testa, Debora Tonelli, Lorenzo Viviani, Chiara Visentin, Alessandro Volpe.

Il Seminario è su invito

Paolo Costa, 
Un tormentato disamore. In ricordo di Alessandro Bellan e Massimo Rosati

Sono trascorsi già sei anni dalla scomparsa, prematura e dolorosa, di Alessandro Bellan, che è avvenuta solo pochi mesi dopo quella, non meno dolorosa e prematura, di Massimo Rosati. Entrambi appartenevano alla generazione di studiosi italiani, a cui anch’io appartengo, che si sono avvicinati alla Teoria Critica nel periodo probabilmente più sfavorevole mai toccato in sorte a questa tradizione intellettuale: gli anni Ottanta del Novecento.
In quel decennio l’onda di piena della crisi del marxismo e, con esso, di qualsiasi prospettiva utopico-rivoluzionaria aveva costretto tutti, compresi noi latecomers, a ripensare a fondo le ragioni dell’adesione a uno stile di pensiero che reclama l’assunzione di un’attitudine ribelle – appassionatamente indocile – verso lo stato di cose presente.
Nel nostro caso, il ripensamento aveva caratteristiche eterogenee. Vi si mescolava infatti il desiderio di resistere alla corrente del tempo, ma anche il bisogno di aggiornare i propri schemi mentali e, in questo modo, fare onestamente i conti con i limiti e i difetti del radicalismo politico novecentesco.
Ebbene, lo sparuto gruppo di ventenni che, marciando in direzione ostinata e contraria, si era timidamente affacciato al mondo della Teoria Critica all’inizio degli anni Novanta partecipando agli incontri annuali del Seminario di Gallarate è lo stesso che decise poi, nel 1996, di creare un proprio spazio autonomo di discussione a Urbino. Il carattere solare, estivo, informale, conviviale di quegli incontri, che con il passare del tempo è sempre più difficile non rimpiangere, nascondeva però un tormento intellettuale che nessuno di noi ha saputo cogliere e persino incarnare fisicamente meglio di Alessandro.
In effetti, se dovessi indicare la cosa che in assoluto mi è mancata di più dopo la sua scomparsa, e alla cui assenza ancora oggi fatico ad abituarmi, è proprio la capacità di incalzarci circa il fondamento del disamore per la teoria critica che ha rappresentato senza dubbio una molla potente della creatività intellettuale di quegli anni e di cui gli scritti di Habermas sono stati un potentissimo catalizzatore.
La cosa che Alessandro con la sua pensosità pacata aveva colto perfettamente, sebbene la esprimesse con la delicatezza e il tatto che gli erano connaturati, era che quel disamore era spesso più un prodotto delle circostanze che non un momento di verità, che le soluzioni teoriche verso cui inclinava erano più forme sporadiche di compensazione che alternative filosofiche valide e che, infine, il tormento che lo animava rischiava di essere soffocato da forme sottili, fin troppo sottili, di falsa coscienza.
Proprio ripensando con rimpianto a questa sua dote intellettuale ho proposto ad Anna Tamai e Lucio Cortella di pubblicare nella sua sede naturale la versione completa del saggio che Alessandro aveva preparato per l’ultima edizione del Seminario di Urbino che venne organizzata in fretta e furia nell’estate del 2014 proprio per onorare la memoria di Massimo Rosati. Il saggio, con una cura editoriale minima, lo trovate qui.
Rileggere un testo occasionale che le circostanze della vita hanno immortalato in un senso che si fa persino fatica a mettere a fuoco oggi ha su di me un effetto che non saprei analizzare nel dettaglio, ma che non ho esitazioni a descrivere come un effetto di verità. Mi impressiona in particolare la sequenza di parole chiave inanellate passo dopo passo nel saggio – la «ferita Adorno», la «giusta distanza», la «de-francofortizzazione dell’orizzonte», la guerra di posizione tra sociologia e filosofia – che preparano il terreno per una diagnosi acuta dei rischi connessi al ritorno del rimosso nelle riflessioni dei disamorati della Teoria Critica.
De me fabula narratur.
Lo so, e non ho nessuna intenzione di negarlo, che il dialogo in absentia inscenato da Alessandro Bellan nella sua lucida analisi del disamore verso la Teoria Critica mi colpisce con una forza speciale perché parla di me con la franchezza che solo un amico che ti conosce bene può permettersi. Sono fiducioso, tuttavia, che i suoi argomenti ben congegnati possano essere utili al di là del convenzionale confine temporale che separa la mia generazione dalle altre che sono venute prima e dopo di lei. È in questo spirito che lo consegno all’attenzione delle lettrici e dei lettori.


Forme e spazi della Teoria critica

Siamo molto lieti di segnalare il numero monografico 1-2/2020 dei Quaderni di Teoria Sociale (QTS), dedicato a Forme e spazi della Teoria critica, a cura di Luca Corchia, Walter Privitera e Ambrogio Santambrogio.
Il numero è consultabile, in open access, al seguente link: https://www.morlacchilibri.com/universitypress/index.php?content=scheda&id=1032

 Jürgen Habermas, Universalismo morale e regressione politica​,
a cura di Giovanni Andreozzi, traduzione di Leonardo Ceppa e Giovanni Andreozzi, 

n. 20, "Habermasiana. Collana di filosofia normativa", diretta da Leonardo Ceppa,
​Torino, Nuova Trauben, 2020

Ringraziamo Leonardo Ceppa per aver così generosamente messo a disposizione della nostra comunità un testo davvero importante per i nostri lavori: la traduzione di Moralischer Universalismus in Zeiten politischer Regression. Jürgen  Habermas im Gespräch über die Gegenwart und sein Lebenswerk, un’intervista (pubblicata dalla rivista "Leviathan", 48(1), 2020, pp. 7-28) rilasciata da Jürgen Habermas a Claudia Czingon, Aletta Diefenbach e Victor Kempf.
 

E' noto come Habermas, il filosofo della comunicazione, abbia fatto dell’intervista uno forma privilegiata di ricapitolazione teorica. In occasione dei suoi novant’anni guarda simultaneamente al futuro e al passato nei quattro paragrafi con cui risponde alle argomentazioni (più  che domande) che gli vengono avanzate. Ci si chiede a) se lo sfaldarsi del mondo di vita sia dovuto più a cause sistemiche o a cause culturali, b) se sia possibile usare i guanti procedurali nel discutere con populisti e neofascisti, c) cosa sia cambiato nel progetto incompiuto della modernità rispetto al 1962 e al 1990 (anno di una prefazione innovativa a Strukturwandel der Oeffentlichkeit), d) in che senso gli ultimi sviluppi tedeschi di teoria critica abbiano salvaguardato l’asse normativo della critica sociale.

Contatti:  
teoriacritica@yahoo.com