Alessandro Bellan
Trasformazioni della dialettica
Note sul dibattito contemporaneo
(Sintesi seminario 11.3.1999)
1. Nonostante sia semplicistico ricondurre la crisi del modello dialettico alla fine del marxismo, al crollo delle utopie, al venir meno della filosofia della storia e al connesso trionfo del "pensiero unico", resta innegabile che nella crisi contemporanea del pensiero dialettico hanno effettivamente giocato un ruolo decisivo le trasformazioni intervenute nelle società occidentali negli ultimi venti-trent'anni. Le "patologie del moderno", le scomposizioni dell'identità individuale e il rifugiarsi della razionalità nelle scelte dell'individuo, l'esplosione di conflitti non riconducibili allo schema della contraddizione, ha fatto sì - come ha osservato R. Bodei - che, per sopravvivere a tutto ciò, la dialettica abbia dovuto assumere "vesti teoriche sempre più dimesse e rinunciare a molte sicurezze", tingendosi "di negatività e di utopia", facendosi carico dell'"incertezza del futuro e delle sue promesse", finanche tentando "di collegarsi con la dimensione religiosa".
2. La dialettica negativa di Adorno è stata l'ultimo disperato tentativo di pensare la dialettica, finanche nella forma di un pensiero che pensa contro se stesso e la propria normatività, come "logica della disgregazione". I momenti di crisi spingono tuttavia ad accelerare i processi tendenti all'individuazione degli elementi che tale crisi promuovono o producono. Si è così assistito in Germania non ad un abbandono del "modello" dialettico, ma al tentativo di ripensarlo entro nuove coordinate, fornite, di volta in volta, dall'ermeneutica (sulla scia di Gadamer), dal programma originario della Teoria Critica, dalla pragmatica trascendentale o dalla lebensweltlicher Rationalität (Bubner).
3. Negli anni Novanta il dibattito sulla dialettica sembra sempre più intenzionato a rimettere seriamente in discussione lo slogan gadameriano secondo cui "la dialettica deve riprendersi nell'ermeneutica". Più che il definitivo riassorbimento ermeneutico della dialettica, gli ultimi anni hanno infatti visto il moltiplicarsi di contaminazioni audaci e suggestive: con l'epistemologia genetica di Piaget, la teoria luhmanniana dei sistemi, la fondazione ultima apeliana, finanche con l'ecologia della mente di Bateson e con le tesi di Hofstadter sull'intelligenza artificiale. Dovendo fornire un quadro sintetico dei contributi più rilevanti nel dibattito scientifico, si è preferito optare per quelle proposte speculative la cui solidità d'impianto è dimostrata dalle discussioni da esse avviate. Ci si è riferiti, quindi, da un lato a "riletture" come quelle di Theunissen, Schnädelbach e Wandschneider, di autori cioè cui unanimemente viene attribuito un ruolo di protagonisti nel ripensamento della dialettica; ma dall'altro si è cercato anche di individuare strategie alternative, come quelle di Ch. Demmerling e Th. Collmer.
Principali riferimenti bibliografici:
2. La dialettica negativa di Adorno è stata l'ultimo disperato tentativo di pensare la dialettica, finanche nella forma di un pensiero che pensa contro se stesso e la propria normatività, come "logica della disgregazione". I momenti di crisi spingono tuttavia ad accelerare i processi tendenti all'individuazione degli elementi che tale crisi promuovono o producono. Si è così assistito in Germania non ad un abbandono del "modello" dialettico, ma al tentativo di ripensarlo entro nuove coordinate, fornite, di volta in volta, dall'ermeneutica (sulla scia di Gadamer), dal programma originario della Teoria Critica, dalla pragmatica trascendentale o dalla lebensweltlicher Rationalität (Bubner).
3. Negli anni Novanta il dibattito sulla dialettica sembra sempre più intenzionato a rimettere seriamente in discussione lo slogan gadameriano secondo cui "la dialettica deve riprendersi nell'ermeneutica". Più che il definitivo riassorbimento ermeneutico della dialettica, gli ultimi anni hanno infatti visto il moltiplicarsi di contaminazioni audaci e suggestive: con l'epistemologia genetica di Piaget, la teoria luhmanniana dei sistemi, la fondazione ultima apeliana, finanche con l'ecologia della mente di Bateson e con le tesi di Hofstadter sull'intelligenza artificiale. Dovendo fornire un quadro sintetico dei contributi più rilevanti nel dibattito scientifico, si è preferito optare per quelle proposte speculative la cui solidità d'impianto è dimostrata dalle discussioni da esse avviate. Ci si è riferiti, quindi, da un lato a "riletture" come quelle di Theunissen, Schnädelbach e Wandschneider, di autori cioè cui unanimemente viene attribuito un ruolo di protagonisti nel ripensamento della dialettica; ma dall'altro si è cercato anche di individuare strategie alternative, come quelle di Ch. Demmerling e Th. Collmer.
Principali riferimenti bibliografici: